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Le voci

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Una riflessione

Se è vero che anche il fenomeno voci è frutto delle mia mente malata

è lecito dire che le ho inventate? E parlare al passato non è comunque totalmente esatto, in quanto ancora adesso le sento, per breve tempo, ogni tanto quando chiudo gli occhi nel tentativo di addormentarmi, nel momento di passaggio dalla veglia al sonno. Se ho tanto sonno non avviene, sto annotando.

Premesso che nella fase acuta il fenomeno si manifesta come una voce (non sempre la stessa ma di solito una alla volta) che parla con me, percepita come proveniente da dentro la mia testa, con un timbro particolare e caratteristiche particolari che la distinguono dalla mia per esempio o da quella di persone conosciute (eccetto forse un caso ma non mi ricordo bene, sembrava quella di un mio amico) e con volontà propria e capacità propria di formulare frasi come fosse di una persona cattiva in carne e ossa, com' è possibile che sia io a elaborare ed interpretare più parti che quasi si accavallano? Per poi farmi del male da solo, perchè?

O indurmi a fare del male agli altri. Perchè? La convinzione che mi leggano nel pensiero, perchè? Uno degli psicologi che mi segue ha detto che potrebbero questi fenomeni essere causati dal fatto che ho paura di mostrare agli altri e a me stesso la parte cattiva di me che pure esiste ed io cerco di negare ad ogni costo.

Mi ha detto che ognuno di noi ha una parte cattiva e che devo sentirmi libero di avere brutti pensieri.

Scaturisce tutto da un trauma? Un grave errore che ho commesso e dei torti che mi hanno fatto? 

Sono in grado di creare e credere ad uno scenario complessissimo in cui è vero che la gente possa leggermi nel pensiero, penso alle implicazioni,

alle modalità in cui questo mio pensiero possa essere sentito, cercando di rendere plausibile alla mia realtà alternativa tutto quello che mi accade nella realtà. Posso arrivare ad avere delle allucinazioni uditive oltre che ad interpretare i suoni e le voci delle persone a vantaggio della mia costruzione immaginifica? Faccio un esempio per spiegare meglio il mio modo di ragionare: penso così: Se fosse vero che sentono i miei pensieri, possono farlo tutti o solo determinate persone? E' una questione di portata, relativa alla distanza che hanno da me fisicamente?Può passare attraverso i muri, può essere veicolato dalla radio e dalla televisione in trasmissioni in diretta? Da internet quando guardo i video in diretta? Con l'aggravante che su internet ho il dubbio che sia in diretta anche un video che non lo è dichiaratamente. Poi, o prima, penso: ma mi leggono nel pensiero quando vogliono loro, a loro piacimento, si sono impadroniti di una tecnica oppure debbono sorbirsi sempre il mio pensiero costantemente? Possono leggersi i pensieri tra di loro pure oppure funziona solo con me? Se hanno una tecnica dovrebbero poterlo fare a piacimento e anche tra di loro a meno che non abbiano trovato la tecnica anche per schermarsi, se invece lo possono fare solo con me è una tortura bella e buona, sono vittima di un complotto-esperimento che devono tenermi segreto per non so quali motivi, se invece sentono solo la mia ma quando vogliono loro c'è sempre un complotto ma perchè proprio io? Stanno ancora cercando il perchè nel frattempo non me lo dicono per non compromettere l' esperimento. Se invece sono costretti a sentire sempre il mio pensiero contro la mia e la loro volontà si crea un meccanismo che fa male a tutti quelli coinvolti e perchè non lo vogliono ammettere? A chi gioverebbe ammetterlo? E non ammetterlo? Mi caricherebbe di eccessive responsabilità? 

Potrei essere condannato per crimini di pensiero?

(Dal punto di vista simbolico che vuol dire? Ha a che fare con dei complessi d'inferiorità e con una sorta di egocentrismo sadomasochista, un io represso tutto insieme?)  E in base a quello che percepisco intorno a me, alle cose che mi capitano protendo per una o un'altra ipotesi, la costante è che mi si possa leggere nel pensiero. Ma penso cose così cattive? A volte si. Le metterei mai in pratica? Anche solo a dire cose cattive mi sembro molto controllato. Compiere azioni malvage proprio malvage mi sembra molto difficile per me anche se non sono certamente uno stinco di santo, nella media dei miei amici e parenti direi. Chi più buono chi meno, entro un range di assoluta tollerabile normalità. Però sono stato capace a tagliarmi le vene. Ma le voci mi torturavano. Mah.

Entro ed esco dalla paranoia che mi si legga nel pensiero, adesso in questo istante che sto scrivendo con le cuffie ascoltando musica classica alla scrivania di camera mia non lo ritengo vero ma posso andare di là in cucina sentire una frase in televisione interpretarla a modo mio e ripiombare immediatamente in una sorta di incubo. Non posso andare nemmeno in giro a chiedere ad ognuno che incontro: oh ma che mi leggi nel pensiero?  E poi io ho sentito le voci, io divento una voce.

Anche questo mi sembra significativo.

Voglia di vendicarmi per come è stata gestita la mia situazione?

A livello cosciente penso di averla presa abbastanza bene anche se fisicamente c'ho perso l'uso perfetto della mano destra e un aumento di peso di circa quaranta chili non ne faccio una colpa a nessuno, la situazione era veramente tragica e poteva finire sicuramente peggio, poi da quando sono entrato in psichiatria mi hanno trattato tutti bene e adesso sono seguito con costanza da bravissime persone.

Anche i miei amici e i miei parenti si sono comportati bene.

Quando la paranoia del pensiero si fa più intensa devo adottare delle strategie che prevedono per lo più il fatto di evitare contatti con le persone soprattutto dal vivo. Questo mi disabilita notevolmente.

L' impossibilità a rimanere da solo con me stesso anche quando lo sono fisicamente mi dispiace molto. A volte penso di insonorizzare la camera. Un' altra cosa che mi viene in mente è che la voce parlasse al plurale: adesso vedrai che ti facciamo.

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